C'EST PAR VOUS QUE JE COMMUNIQUE
Fra il 1974 e il 1977 ero profondamente coinvolto con tutto quello che riguardava il linguaggio visivo demandato alle parole, alla loro visualità grafica e tipografica. Questo aveva a che vedere con la poesia visiva e concreta e gli esperimenti di poesia fonetica e sonora iniziati dai futuristi all’inizio del secolo e continuati nei decenni successivi da molti artisti fra i quali Arrigo Lora Totino a Torino, Emilio Isgrò a Milano, Ugo Carrega sempre a Milano, e poi Sarenco, Miccini, Spatola e moltissimi altri. Il mio era un interesse istintivo, non filologico e per niente corredato da una logica e sete conoscitiva. Era un’esigenza - la definirei ‘una voglia’ - una libidine nel visualizzare la parola nel suo senso reale, poi effimero, traslato, inconcludente, dirompente, inutilmente fuorviante oppure - al contrario pertinente. La parola come veicolo di senso e di non senso. La parola scritta, graffiata, tagliata, sezionata, stralunata che campeggiava sul foglio bianco insieme ad altri segni e linguaggi visivi narrativi e poi de-narrativi.
Ero infatuato, infervorato, e ‘fuori orario’ rispetto al normale programma di liceo classico - Carlo Botta - che frequentavo a Ivrea. Ma questo non mi importava. C’entrava con quelle mie puntate in biblioteca in mezzo a quei libri dedicati al teatro performativo del Living o di Grotowski. Tutto si mescolava attraverso l’idea di poter falsificare il linguaggio e la comunicazione, agire in modo euforico all’interno di una primaria esigenza di non raccontare ma di ri-assemblare la narrazione attraverso segni e comportamenti, a loro volta rappresentazioni se stessi.
Cercavo - come un alchimista/liceale - il modo per costruire una macchina celibe - che sarebbe arrivata qualche anno dopo con la lettura di un altro libro fondamentale - La sposa messa a nudo in Marcel Duchamp, anche - di Arturo Schwarz.
LA POPOLAZIONE SOSTIENE CHE, 1977, plastica, penna a sfera, scotch tape, su carta
W SULLA DIAGONALE, 1977, trasferibili su carta
9 6 7, 1977, trasferibili su carta
E IL GIORNO DOPO DISSE CHE DOVEVA ANDARSENE, 1977, trasferibili su carta
3 3 3 e P , 1978, trasferibili su carta
NON HO AVUTO PIU' OCCASIONE DI VEDERLA, 1978, pennarello e trasferibili su carta